Arcipelaghi
Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All'orlo della pioggia una vela.
Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un'intera razza.
La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.
Il gocciolio si tende come le corde di un'arpa.
Un uomo con occhi annuvolari raccoglie la pioggia
e pizzica il primo verso dell'Odissea.
lunedì 19 dicembre 2011
lunedì 12 dicembre 2011
E il nostro movimento...di Paul Eluard
Viviamo dimenticando le nostre
metamorfosi
il giorno è pigro ma la notte è attiva
una tazza d'aria a mezzogiorno la notte la filtra
e la consuma
la notte non lascia polvere su noi
....
metamorfosi
il giorno è pigro ma la notte è attiva
una tazza d'aria a mezzogiorno la notte la filtra
e la consuma
la notte non lascia polvere su noi
....
giovedì 1 dicembre 2011
Silenzio...di Samuel Beckett
Musica dell'indifferenza
cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio frana d'errori
copri le loro voci ch'io
non mi senta più
tacere.
cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio frana d'errori
copri le loro voci ch'io
non mi senta più
tacere.
giovedì 24 novembre 2011
giovedì 10 novembre 2011
Sereno di Giuseppe Ungaretti
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale
lunedì 24 ottobre 2011
Esistere...di Andrea Zanzotto
Omaggio al poeta recentemente scomparso
Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
- soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli -
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch'io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d'inferno
degli atomi e il conato
torbido d'alghe e vermi,
chiarore-uovo
che nel morente muco fai parole
e amori.
Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
- soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli -
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch'io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d'inferno
degli atomi e il conato
torbido d'alghe e vermi,
chiarore-uovo
che nel morente muco fai parole
e amori.
lunedì 10 ottobre 2011
Omaggio al Nobel 2011...Transtromer
Mistero per la strada di Thomas Transtromer
Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.
Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.
D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti -
Un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.
tratto da Dieci poesie di Tomas Tranströmer (traduzione di Franco Buffoni)
in F. Buffoni, Songs of Spring. Quaderno di traduzioni, Marcos y Marcos 1999.
Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.
Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.
D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti -
Un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.
tratto da Dieci poesie di Tomas Tranströmer (traduzione di Franco Buffoni)
in F. Buffoni, Songs of Spring. Quaderno di traduzioni, Marcos y Marcos 1999.
giovedì 6 ottobre 2011
venerdì 30 settembre 2011
...con Vinicio Capossela
Ho dormito tra sterpi,
ho avuto visioni,
sono stato abbandonato
e mi sono abbandonato
e ho trovato parole più grandi di me,
che risuonano dall'antichità.
Parole che mi hanno fatto sentire polvere
nel cammino della pietra....
non tornerò più a casa.
cit. "Nel niente sotto il sole" di Vinicio Capossela - grand tour 2006
ho avuto visioni,
sono stato abbandonato
e mi sono abbandonato
e ho trovato parole più grandi di me,
che risuonano dall'antichità.
Parole che mi hanno fatto sentire polvere
nel cammino della pietra....
non tornerò più a casa.
cit. "Nel niente sotto il sole" di Vinicio Capossela - grand tour 2006
lunedì 26 settembre 2011
lunedì 5 settembre 2011
La notte ciclica...di Jorge Luis Borges
Lo sapevano gli ardui alunni di Pitagora:
come le stelle tornano ciclicamente gli uomini;
ripeteranno gli atomi fatali l'incalzante
Afrodite dorata, i tebani, le agore.
In epoche future opprimerà il centauro
col piede solidungo il petto del lapita;
fatta polvere Roma, gemerà il minotauro
nell'infinita notte del suo palazzo fetido.
Ritornerà ogni notte d'insonnia, minuziosa.
Dal medesimo ventre rinascerà la mano
che adesso scrive. Eserciti di ferro costruiranno
l'abisso (David Hume disse la stessa
cosa).
Non so se torneremo in un secondo ciclo
come le cifre d'una frazione periodica;
ma so che un misterioso rotare pitagorico
ogni notte mi lascia in un luogo del mondo
che è di periferia. Un angolo remoto
che può trovarsi a nord, oppure a sud o a ovest,
ma ha sempre un muricciolo di un pallido celeste,
un folto fico scuro e un marciapiede rotto.
come le stelle tornano ciclicamente gli uomini;
ripeteranno gli atomi fatali l'incalzante
Afrodite dorata, i tebani, le agore.
In epoche future opprimerà il centauro
col piede solidungo il petto del lapita;
fatta polvere Roma, gemerà il minotauro
nell'infinita notte del suo palazzo fetido.
Ritornerà ogni notte d'insonnia, minuziosa.
Dal medesimo ventre rinascerà la mano
che adesso scrive. Eserciti di ferro costruiranno
l'abisso (David Hume disse la stessa
cosa).
Non so se torneremo in un secondo ciclo
come le cifre d'una frazione periodica;
ma so che un misterioso rotare pitagorico
ogni notte mi lascia in un luogo del mondo
che è di periferia. Un angolo remoto
che può trovarsi a nord, oppure a sud o a ovest,
ma ha sempre un muricciolo di un pallido celeste,
un folto fico scuro e un marciapiede rotto.
mercoledì 31 agosto 2011
martedì 30 agosto 2011
Poesia d'amore n° 23...di Adonis
La poesia beve l'acqua di vita,
ma
da sorgenti immerse
nelle pieghe del corpo.
Così la decanto
e canto per lei:
si avvicina,
discende, iniziazione,
dono.
ma
da sorgenti immerse
nelle pieghe del corpo.
Così la decanto
e canto per lei:
si avvicina,
discende, iniziazione,
dono.
venerdì 26 agosto 2011
Secondo incontro...di Rafael Alberti
Anche prima,
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.
Prima,
prima che tu mi domandassi
il numero e il sito del mio corpo.
Assai prima del corpo.
Nell'epoca dell'anima.
Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
la prima dinastia del sogno.
Allorché,
contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.
Allora,
il nostro incontro.
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.
Prima,
prima che tu mi domandassi
il numero e il sito del mio corpo.
Assai prima del corpo.
Nell'epoca dell'anima.
Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
la prima dinastia del sogno.
Allorché,
contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.
Allora,
il nostro incontro.
giovedì 25 agosto 2011
Niente...di Fernando Pessoa
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
mercoledì 24 agosto 2011
Il nobel portoghese...Josè Saramago
Anche dentro il corpo la tenebra è profonda,
e tuttavia il sangue arriva al cuore,
il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra,
l'uomo è chiaro, è il labirinto di se stesso.
e tuttavia il sangue arriva al cuore,
il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra,
l'uomo è chiaro, è il labirinto di se stesso.
martedì 23 agosto 2011
Omaggio a Fernando Pessoa
Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l'abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me...
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.
So avere lo stupore essenziale
che avrebbe un bambino se, nel nascere,
si accorgesse che è nato davvero...
Mi sento nascere a ogni momento
per l'eterna novità del Mondo...
Credo al mondo come a una margherita,
perché lo vedo. Ma non penso ad esso,
perché pensare è non capire...
Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
(pensare è un'infermità degli occhi)
ma per guardarlo ed essere in armonia con esso...
Io non ho filosofia: ho sensi.
Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,
ma perché l'amo, e l'amo per questo
perché chi ama non sa mai quello che ama,
né sa perché ama, né cosa sia amare...
Amare è l'eterna innocenza,
e l'unica innocenza è non pensare...
Ho l'abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me...
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.
So avere lo stupore essenziale
che avrebbe un bambino se, nel nascere,
si accorgesse che è nato davvero...
Mi sento nascere a ogni momento
per l'eterna novità del Mondo...
Credo al mondo come a una margherita,
perché lo vedo. Ma non penso ad esso,
perché pensare è non capire...
Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
(pensare è un'infermità degli occhi)
ma per guardarlo ed essere in armonia con esso...
Io non ho filosofia: ho sensi.
Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,
ma perché l'amo, e l'amo per questo
perché chi ama non sa mai quello che ama,
né sa perché ama, né cosa sia amare...
Amare è l'eterna innocenza,
e l'unica innocenza è non pensare...
venerdì 5 agosto 2011
La radice...di Miklos Radnoti
Nella radice guizza la forza,
beve la pioggia, vive di terra
e il suo sogno è bianco, di neve.
Di sotto terra urge alla superficie,
si arrampica ed è furba,
ha le braccia come funi.
Sulle sue braccia dorme il verme,
ai piedi della radice siede il verme,
il mondo si vermifica.
Ma la radice continua a vivere sotterra,
non si cura del mondo,
solo dei suoi rami frondosi.
Lei li ammira, li nutre,
sapori buoni gli invia,
sapori dolci, celestiali.
Sono anch’io una radice, adesso,
vivo tra vermi, io,
e qui preparo questa poesia.
Ero fiore, sono diventato radice,
buia e pesante la terra su di me,
la mia sorte è compiuta,
una sega piange sulla mia testa.
scritta nel Lager Heideman, Zagubica, l'8 agosto 1944
beve la pioggia, vive di terra
e il suo sogno è bianco, di neve.
Di sotto terra urge alla superficie,
si arrampica ed è furba,
ha le braccia come funi.
Sulle sue braccia dorme il verme,
ai piedi della radice siede il verme,
il mondo si vermifica.
Ma la radice continua a vivere sotterra,
non si cura del mondo,
solo dei suoi rami frondosi.
Lei li ammira, li nutre,
sapori buoni gli invia,
sapori dolci, celestiali.
Sono anch’io una radice, adesso,
vivo tra vermi, io,
e qui preparo questa poesia.
Ero fiore, sono diventato radice,
buia e pesante la terra su di me,
la mia sorte è compiuta,
una sega piange sulla mia testa.
scritta nel Lager Heideman, Zagubica, l'8 agosto 1944
giovedì 4 agosto 2011
T'amo di...Pablo Neruda
Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo
mercoledì 3 agosto 2011
La fiera dei miracoli...di Wislava Szymborska
Un miracolo comune:
l'accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3.14
e tramonterà alle 20.01.
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.
l'accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3.14
e tramonterà alle 20.01.
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.
martedì 2 agosto 2011
Parabola...di Lucìa Munòz
Una città non è poi così grande
se il cuore la può contenere.
In fin dei conti
non è debole il mio petto
se ospita
città e amici.
Non è poca cosa
il mio umile cuore.
se il cuore la può contenere.
In fin dei conti
non è debole il mio petto
se ospita
città e amici.
Non è poca cosa
il mio umile cuore.
lunedì 1 agosto 2011
Canzone...di Allen Ginsberg
Il peso del mondo
è amore.
Sotto il fardello
di solitudine
sotto il fardello
dell'insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo
è amore.
Chi può negarlo?
In sogno
ci tocca
il corpo,
nel pensiero
costruisce
un miracolo,
nell'immaginazione
s'angoscia
fino a nascer
nell'umano -
s'affaccia dal cuore
bruciando di purezza -
poiché il fardello della vita
è amore,
ma noi il peso lo portiamo
stancamente,
e dobbiam trovar riposo
tra le braccia dell'amore
infine,
trovar riposo tra le braccia
dell'amore.
Non c'è riposo
senza amore,
né sonno
senza sogni
d'amore -
sia matto o gelido
ossesso d'angeli
o macchine,
il desiderio finale
è amore
- non può essere amaro
non può negare,
non può negarsi
se negato:
il peso è troppo
deve dare
senza nulla in cambio
così come il pensiero
si dà
in solitudine
con tutta la bravura
del suo eccesso.
I corpi caldi
splendono insieme
al buio
la mano si muove
verso il centro
della carne,
la pelle trema
di felicità
e l'anima viene
gioiosa fino agli occhi -
sì, sì,
questo è quel
che volevo,
ho sempre voluto,
ho sempre voluto,
tornare
al mio corpo
dove sono nato.
è amore.
Sotto il fardello
di solitudine
sotto il fardello
dell'insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo
è amore.
Chi può negarlo?
In sogno
ci tocca
il corpo,
nel pensiero
costruisce
un miracolo,
nell'immaginazione
s'angoscia
fino a nascer
nell'umano -
s'affaccia dal cuore
bruciando di purezza -
poiché il fardello della vita
è amore,
ma noi il peso lo portiamo
stancamente,
e dobbiam trovar riposo
tra le braccia dell'amore
infine,
trovar riposo tra le braccia
dell'amore.
Non c'è riposo
senza amore,
né sonno
senza sogni
d'amore -
sia matto o gelido
ossesso d'angeli
o macchine,
il desiderio finale
è amore
- non può essere amaro
non può negare,
non può negarsi
se negato:
il peso è troppo
deve dare
senza nulla in cambio
così come il pensiero
si dà
in solitudine
con tutta la bravura
del suo eccesso.
I corpi caldi
splendono insieme
al buio
la mano si muove
verso il centro
della carne,
la pelle trema
di felicità
e l'anima viene
gioiosa fino agli occhi -
sì, sì,
questo è quel
che volevo,
ho sempre voluto,
ho sempre voluto,
tornare
al mio corpo
dove sono nato.
venerdì 29 luglio 2011
L'attimo fuggente...di Andrea Zanzotto
Ancora qui. Lo riconosco. In orbite
di coazione. Gli altri nell'incorposa
increante libertà. Dal monte
che con troppo alte selve m'affronta
tento vedere e vedermi,
mentre allegria irrita di lumi
san Silvestro, sparge laggiù la notte
di ghiotti muschi, di ghiotte correntie.
E. E, puro vento, sola neve, ch'io toccherò tra poco.
Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi.
In voi fui, sono, mi avete atteso,
non mai dubbio v'ha offesi.
Sarai, anima e neve,
tu: colei che non sa
oltre l'immacolato tacere.
Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E.
È questo il sospiro che discrimina
che culmina, "l'attimo fuggente".
È questo il crisma nel cui odore io dico:
sì, mi hai raccolto
su da me stesso e con te entro
nella fonte dell'anno.
di coazione. Gli altri nell'incorposa
increante libertà. Dal monte
che con troppo alte selve m'affronta
tento vedere e vedermi,
mentre allegria irrita di lumi
san Silvestro, sparge laggiù la notte
di ghiotti muschi, di ghiotte correntie.
E. E, puro vento, sola neve, ch'io toccherò tra poco.
Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi.
In voi fui, sono, mi avete atteso,
non mai dubbio v'ha offesi.
Sarai, anima e neve,
tu: colei che non sa
oltre l'immacolato tacere.
Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E.
È questo il sospiro che discrimina
che culmina, "l'attimo fuggente".
È questo il crisma nel cui odore io dico:
sì, mi hai raccolto
su da me stesso e con te entro
nella fonte dell'anno.
giovedì 28 luglio 2011
Le illusioni...di Matsuo Basho
L'ombra del bambù spazza gli scalini di pietra
Ma la polvere resta.
La luna si riflette sul fondo dello stagno
Ma non tocca l'acqua.
Ma la polvere resta.
La luna si riflette sul fondo dello stagno
Ma non tocca l'acqua.
mercoledì 27 luglio 2011
Haiku...di Matsuo Basho
Non c'è nulla che puoi vedere
che non sia un fiore;
Non c'è nulla che puoi pensare
che non sia la luna.
che non sia un fiore;
Non c'è nulla che puoi pensare
che non sia la luna.
martedì 26 luglio 2011
Torrente...di Attilio Bertolucci
Spumeggiante, fredda,
fiorita acqua dei torrenti,
un incanto mi dai
che più bello non conobbi mai;
il tuo rumore mi fa sordo,
nascono echi nel mio cuore.
Dove sono? Fra grandi massi
arrugginiti, alberi, selve
percorse da ombrosi sentieri?
Il sole mi fa un po' sudare,
mi dora. Oh questo rumore tranquillo,
questa solitudine.
E quel mulino che si vede e non si vede
fra i castagni abbandonato.
Mi sento stanco, felice
come una nuvola o un albero bagnato
fiorita acqua dei torrenti,
un incanto mi dai
che più bello non conobbi mai;
il tuo rumore mi fa sordo,
nascono echi nel mio cuore.
Dove sono? Fra grandi massi
arrugginiti, alberi, selve
percorse da ombrosi sentieri?
Il sole mi fa un po' sudare,
mi dora. Oh questo rumore tranquillo,
questa solitudine.
E quel mulino che si vede e non si vede
fra i castagni abbandonato.
Mi sento stanco, felice
come una nuvola o un albero bagnato
lunedì 25 luglio 2011
Siamo stanchi...di Pier Paolo Pasolini
Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni.
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni.
venerdì 22 luglio 2011
Consiglio spassionato...di Alfonso Gatto
Non date retta al re,
non date retta a me.
Chi v'inganna
si fa sempre più alto d'una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.
Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.
Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.
Chi vive è senza gloria.
non date retta a me.
Chi v'inganna
si fa sempre più alto d'una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.
Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.
Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.
Chi vive è senza gloria.
giovedì 21 luglio 2011
La casa dei doganieri....di Eugenio Montale
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
ed il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
ed il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.
mercoledì 20 luglio 2011
A proposito di personalità....di Jacques Prévert
Il prezzo del culto della personalità
Sono ciò che ignoro indovino dimentico scopro.
Ho il formichiere che uccide la sua formichiera
come la mantide religiosa divora il suo maschio laico,
come il carnivoro riempie il suo carniere.
Felice quando la sua femmina è piena.
Sono preesistente.
Ne ho viste, ne ho sentite e poi ne ho fatte vedere.
Giona nella balena, la balena nell'arca di Noé e
l'arca di Noé nella soffitta dei giocattoli con la balestra
di Guglielmo Tel dei Tali e il pomo della discordia
sulla testa di suo figlio nella strozza di Adamo.
da "Sole di notte"
Sono ciò che ignoro indovino dimentico scopro.
Ho il formichiere che uccide la sua formichiera
come la mantide religiosa divora il suo maschio laico,
come il carnivoro riempie il suo carniere.
Felice quando la sua femmina è piena.
Sono preesistente.
Ne ho viste, ne ho sentite e poi ne ho fatte vedere.
Giona nella balena, la balena nell'arca di Noé e
l'arca di Noé nella soffitta dei giocattoli con la balestra
di Guglielmo Tel dei Tali e il pomo della discordia
sulla testa di suo figlio nella strozza di Adamo.
da "Sole di notte"
martedì 19 luglio 2011
L'amore secondo...Jacques Prévert
Le più corte canzoni
L'uccello che mi canta nella testa
e mi ripete che t'amo
e mi ripete che m'ami
l'uccello dal noioso ritornello
l'accopperò domattina.
da "Storie e altre storie"
L'uccello che mi canta nella testa
e mi ripete che t'amo
e mi ripete che m'ami
l'uccello dal noioso ritornello
l'accopperò domattina.
da "Storie e altre storie"
venerdì 15 luglio 2011
In me...di Kikuo Takano
In me c'è qualcosa di rotto.
Sono come l'orologio che si ferma
poco dopo averlo caricato,
come il piatto incrinato che non torna
nuovo se anche
lo incolli con cura.
In me c'è qualcosa di schiacciato.
Sono come il tubetto di dentifricio
quando nulla ne esce
se anche lo premi,
come la pallina da ping-pong ammaccata
che non può tenere più in gioco
nemmeno un buon giocatore.
Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
dal principio, senza motivo, in me:
l'ombrello che non sta aperto, il violino
fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
il rubinetto intasato, il flauto
sfiatato, la lampada consumata.
Eppure non mi perdo di morale,
l'ira non mi trascina, né mi tormento
come una volta, anzi mi auguro
di potermi riempire
di quelle cose inutili,
restando distrutto e schiacciato,
in questo trovando il mio orgoglio.
Sono come l'orologio che si ferma
poco dopo averlo caricato,
come il piatto incrinato che non torna
nuovo se anche
lo incolli con cura.
In me c'è qualcosa di schiacciato.
Sono come il tubetto di dentifricio
quando nulla ne esce
se anche lo premi,
come la pallina da ping-pong ammaccata
che non può tenere più in gioco
nemmeno un buon giocatore.
Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
dal principio, senza motivo, in me:
l'ombrello che non sta aperto, il violino
fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
il rubinetto intasato, il flauto
sfiatato, la lampada consumata.
Eppure non mi perdo di morale,
l'ira non mi trascina, né mi tormento
come una volta, anzi mi auguro
di potermi riempire
di quelle cose inutili,
restando distrutto e schiacciato,
in questo trovando il mio orgoglio.
giovedì 14 luglio 2011
Cigola la carrucola...di Eugenio Montale
Cigola la carrucola del pozzo
Cigola la carrucola del pozzo,
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Cigola la carrucola del pozzo,
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
mercoledì 13 luglio 2011
La guerra...di Bertolt Brecht
La guerra che verrà
Non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
martedì 12 luglio 2011
Ai miei versi...di Marina Cvetaeva
Ai miei versi scritti così presto
Ai miei versi scritti così presto,
che nemmeno sapevo d’esser poeta,
scaturiti come zampilli di fontana,
come scintille di razzi.
Irrompenti come piccoli demoni
nel sacrario dove stanno sogno e incenso,
ai miei versi di giovinezza e di morte,
versi che nessuno ha mai letto!
Sparsi fra la polvere dei magazzini,
dove nessuno mai li prese né li prenderà,
per i miei versi, come per i pregiati vini,
verrà pure il loro turno.
Ai miei versi scritti così presto,
che nemmeno sapevo d’esser poeta,
scaturiti come zampilli di fontana,
come scintille di razzi.
Irrompenti come piccoli demoni
nel sacrario dove stanno sogno e incenso,
ai miei versi di giovinezza e di morte,
versi che nessuno ha mai letto!
Sparsi fra la polvere dei magazzini,
dove nessuno mai li prese né li prenderà,
per i miei versi, come per i pregiati vini,
verrà pure il loro turno.
lunedì 11 luglio 2011
L'infinito di....Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
venerdì 8 luglio 2011
La luna...di Federico Garcia Lorca
Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili. Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell'infinito.
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili. Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell'infinito.
giovedì 7 luglio 2011
Dai sospiri...di Dylan Thomas
Dai sospiri nasce qualcosa,
Ma non dolore, questo l’ho annientato
Prima dell’agonia; lo spirito cresce,
Scorda, e piange;
Nasce un nonnulla che, gustato, è buono;
Non tutto poteva deludere;
C’è, grazie a Dio, qualche certezza:
Che non è amore se non si ama bene,
E questo è vero dopo perpetua sconfitta.
Dopo siffatta lotta, come il più debole sa,
C’è di più che il morire;
Lascia i grandi dolori o tampona la piaga,
Ancora a lungo egli dovrà soffrire,
E non per il rimpianto di lasciare una donna in attesa
Del suo soldato sporco di parole
Che spargono un sangue così acre.
Se ciò bastasse, se ciò bastasse a dar sollievo al male,
Il provare rimpianto quando quello è perduto
Che mi rendeva felice nel sole,
Quanto felice il tempo che durava,
Se ambiguità bastassero e abbondanza di dolci menzogne,
Potrebbero le vacue parole sostenere tutta la sofferenza
E guarirmi dai mali.
Se ciò bastasse, osso, tendine, sangue,
Il cervello attorcigliato, i lombi ben fatti,
Cercando a tastoni la materia sotto la ciotola del cane,
L’uomo potrebbe guarire dal cimurro.
Ché tutto quello che va dato, io l’offro:
Briciole, stalla, e cavezza.
Ma non dolore, questo l’ho annientato
Prima dell’agonia; lo spirito cresce,
Scorda, e piange;
Nasce un nonnulla che, gustato, è buono;
Non tutto poteva deludere;
C’è, grazie a Dio, qualche certezza:
Che non è amore se non si ama bene,
E questo è vero dopo perpetua sconfitta.
Dopo siffatta lotta, come il più debole sa,
C’è di più che il morire;
Lascia i grandi dolori o tampona la piaga,
Ancora a lungo egli dovrà soffrire,
E non per il rimpianto di lasciare una donna in attesa
Del suo soldato sporco di parole
Che spargono un sangue così acre.
Se ciò bastasse, se ciò bastasse a dar sollievo al male,
Il provare rimpianto quando quello è perduto
Che mi rendeva felice nel sole,
Quanto felice il tempo che durava,
Se ambiguità bastassero e abbondanza di dolci menzogne,
Potrebbero le vacue parole sostenere tutta la sofferenza
E guarirmi dai mali.
Se ciò bastasse, osso, tendine, sangue,
Il cervello attorcigliato, i lombi ben fatti,
Cercando a tastoni la materia sotto la ciotola del cane,
L’uomo potrebbe guarire dal cimurro.
Ché tutto quello che va dato, io l’offro:
Briciole, stalla, e cavezza.
mercoledì 6 luglio 2011
La bellezza...di Franco Loi
Cume se fa a parlà de la belessa?
La furma che sa dís al fiâ del cör?
La vardi e, nel murí, la mia parola
la dís dumâ del poch restâ nel mör.
Come si fa a parlare della bellezza?
La forma che sa dire al fiato del cuore?
La guardo e, nel morire, la mia parola
dice soltanto del poco rimasto nel morire.
.
La furma che sa dís al fiâ del cör?
La vardi e, nel murí, la mia parola
la dís dumâ del poch restâ nel mör.
Come si fa a parlare della bellezza?
La forma che sa dire al fiato del cuore?
La guardo e, nel morire, la mia parola
dice soltanto del poco rimasto nel morire.
.
martedì 5 luglio 2011
Sospensione di...Vinicius de Moraes
Fuori da me, nello spazio, errante,
la musica dolente di un valzer;
dentro me, profondamente nel mio essere,
la musica dolente del tuo corpo;
e in tutto, vivendo l'istante di tutte le cose,
la musica della notte rischiarata.
Il ritmo del tuo corpo nel mio corpo...
Il dolce giro di valzer lontano, titubante...
i miei occhi che bevono i tuoi occhi, il tuo viso.
E il desiderio di piangere che giunge da tutte le cose.
la musica dolente di un valzer;
dentro me, profondamente nel mio essere,
la musica dolente del tuo corpo;
e in tutto, vivendo l'istante di tutte le cose,
la musica della notte rischiarata.
Il ritmo del tuo corpo nel mio corpo...
Il dolce giro di valzer lontano, titubante...
i miei occhi che bevono i tuoi occhi, il tuo viso.
E il desiderio di piangere che giunge da tutte le cose.
lunedì 4 luglio 2011
Per Ninon...di Hermann Hesse
Che tu voglia fermarti da me
dove è tanto oscura la mia vita
e fuori le stelle si affrettano
e tutto è uno scintillio,
che tu conosca della vita
un centro del movimento,
fa di te e del tuo Amore
per me, uno spirito buono.
Nella mia oscurità percepisci
la stella tanto nascosta.
Con il tuo Amore mi ricordi
il dolce cuore della vita.
dove è tanto oscura la mia vita
e fuori le stelle si affrettano
e tutto è uno scintillio,
che tu conosca della vita
un centro del movimento,
fa di te e del tuo Amore
per me, uno spirito buono.
Nella mia oscurità percepisci
la stella tanto nascosta.
Con il tuo Amore mi ricordi
il dolce cuore della vita.
venerdì 1 luglio 2011
Nostalgia del presente...di Jorge Luis Borges
In quel preciso momento l'uomo disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividerlo adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l'uomo le stava accanto in Islanda
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividerlo adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l'uomo le stava accanto in Islanda
giovedì 30 giugno 2011
Utopia...di Eduardo Galeano
Lei è all'orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e
l'orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
Serve proprio a questo: a camminare
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e
l'orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
Serve proprio a questo: a camminare
mercoledì 29 giugno 2011
martedì 28 giugno 2011
La bellezza...di Emily Dickinson
La bellezza non ha causa: esiste.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.
Sai afferrare le crespe del prato,
quando il vento vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
perché non ti riesca.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.
Sai afferrare le crespe del prato,
quando il vento vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
perché non ti riesca.
lunedì 27 giugno 2011
Sono una creatura...di Giuseppe Ungaretti
Come questa pietra
del San Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata.
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede.
La morte
si sconta
vivendo.
del San Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata.
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede.
La morte
si sconta
vivendo.
venerdì 17 giugno 2011
giovedì 16 giugno 2011
Donna genovese...di Dino Campana
Tu mi portasti un po' d'alga marina
nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
che è corso di lontano e giunge grave
d'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
- Oh la divina
semplicità delle tue forme snelle -
Non amore non spasimo, un fantasma,
un'ombra della necessità che vaga
serena e ineluttabile per l'anima
e la discioglie in gioia, in incanto serena
perché per l'infinito lo scirocco
se la possa portare.
Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
che è corso di lontano e giunge grave
d'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
- Oh la divina
semplicità delle tue forme snelle -
Non amore non spasimo, un fantasma,
un'ombra della necessità che vaga
serena e ineluttabile per l'anima
e la discioglie in gioia, in incanto serena
perché per l'infinito lo scirocco
se la possa portare.
Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
mercoledì 15 giugno 2011
lunedì 13 giugno 2011
Clown nella luna...di Dylan Thomas
Le mie lacrime sono come il quieto cadere
di petali da qualche magica rosa,
e il mio dolore scorre dalle crepe
di cieli e nevi di cui non è memoria.
Se toccassi la terra
credo che andrebbe in polvere;
è così triste e bello,
così tremulamente come un sogno.
di petali da qualche magica rosa,
e il mio dolore scorre dalle crepe
di cieli e nevi di cui non è memoria.
Se toccassi la terra
credo che andrebbe in polvere;
è così triste e bello,
così tremulamente come un sogno.
venerdì 10 giugno 2011
Forse un mattino...di Eugenio Montale
Forse un mattino andando
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
Alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
Alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
giovedì 9 giugno 2011
La strada che non presi...di Robert Frost
Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei
Poi presi l'altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata;
Sebbene il passaggio le avesse rese
quasi simili
ed entrambe quella mattina erano lì uguali
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un'altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei
Poi presi l'altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata;
Sebbene il passaggio le avesse rese
quasi simili
ed entrambe quella mattina erano lì uguali
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un'altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.
mercoledì 8 giugno 2011
I giusti...di Jorge Luis Borges
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
martedì 7 giugno 2011
La vita...di Wislawa Szymborska
La vita è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un'occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l'erba;
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d'importante.
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un'occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l'erba;
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d'importante.
lunedì 6 giugno 2011
Ogni mattina...di Alda Merini
Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose d'amore.
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose d'amore.
mercoledì 1 giugno 2011
Poesia...di Jack Kerouac
Il jazz s'è suicidato
Fate che la poesia non faccia la stessa fine
Non temiate
l'aria fredda della notte
Non date retta alle istituzioni
quando trasformate i manoscritti in
arenaria
non inchinatevi né fate a cazzotti
per i pionieri di Edith Wharton
o per la prosa alla nebraska di ursula major
no, statevene nel vostro giardinetto
& ridete, suonate
il trombone di mollica
& se poi qualcuno vi regala perline
ebree, marocchine, o vattelapesca,
addormentatevi con quella collana al collo
È probabile che facciate sogni più belli
La pioggia non c'è
non ci sono più me
te lo dico io, ragazzo,
sicuro come un siluro.
Fate che la poesia non faccia la stessa fine
Non temiate
l'aria fredda della notte
Non date retta alle istituzioni
quando trasformate i manoscritti in
arenaria
non inchinatevi né fate a cazzotti
per i pionieri di Edith Wharton
o per la prosa alla nebraska di ursula major
no, statevene nel vostro giardinetto
& ridete, suonate
il trombone di mollica
& se poi qualcuno vi regala perline
ebree, marocchine, o vattelapesca,
addormentatevi con quella collana al collo
È probabile che facciate sogni più belli
La pioggia non c'è
non ci sono più me
te lo dico io, ragazzo,
sicuro come un siluro.
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