lunedì 28 febbraio 2011

Avidamente allargo la mia mano...di Salvatore Quasimodo

In povertà di carne, come sono
eccomi, Padre; polvere di strada
che il vento leva appena in suo perdono.

Ma se scarnire non sapevo un tempo
la voce primitiva ancora rozza,
avidamente allargo la mia mano:
dammi dolore cibo cotidiano

da "Acque e terre"

Nessun commento:

Posta un commento