lunedì 30 maggio 2011

L'albero ... di Ezra Pound

L'albero m'è penetrato nelle mani
L'albero m'è penetrato nelle mani,
La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,

L'albero m'è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.

Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura - alta tanto - tu sei,

E tutto questo è follia al mondo.

mercoledì 25 maggio 2011

Alcuni...di Giovanni Giudici

Alcuni inseguono tutta la vita
uno scopo – il disegno di un meccanismo
un seme particolare di grano un incrocio di canarini
l’attuazione di un piano la costruzione di una casa.

Alcuni in abitazioni private o in asili
psichiatrici ritentano solitari di carte
o calcoli di moto perpetuo o altre
più improbabili imprese come rivoluzioni.

Essi sono uomini o donne derisi
o tutt’al più gentilmente commiserati
sia perché l’ambizione che li muove si giudica eccessiva
sia perché appare futile l’obiettivo.

Ma io voglio dire che al confronto
non c’è impresa spaziale né invenzione
pari all’attento studio di costoro che sacrificano
alla cosa impossibile ogni raggiungibile piacere.

Essi hanno parenti amici e figli madri e padri
mogli e mariti hanno maestri e direttori di coscienza
che accampano più esperienza
e che li esortano alla quotidiana concretezza.

Essi come ognuno di noi hanno persone e cose
di cui la presenza stessa ha forza più delle parole
e gli argomenti risultano inoppugnabili
quando gli dicono – pensa a quel che fai.

Non c’è dubbio – i persuasori sono nel giusto
perché è senza conforto lo stato di questi ostinati
e agitato è il loro sonno scarsa la salute del corpo
e non hanno alleata la minima probabilità.
Non è il loro coraggio coraggio di giocatore
o rischio calcolato di trafficante
e nemmeno intuito di stratega o di capo politico
o di chirurgo all’unica estrema occasione.

Essi non hanno con sé la tradizione di una fede
anzi tradiscono a volte
sovvertono la morale fomentano il disordine
in se stessi perduti prima di ogni salvezza.

E non possono indicarti il nome di qualcuno
perché non ha fama chi è nella vera ignominia
né superbia di martirio né la gloria di un emblema
ma grazie ad essi ha un senso la specie uomo.

Pensando di loro ti scrivo queste parole
oggi che dirci insieme è dire nessuna speranza
sbarrati da ogni saggezza sbarrati dalla storia
ormai più di passato che di futuro nutribili.

E chiamandoti a un futuro di penuria
io chiedo la tua insania perché la mia abbia forza
perché si possa dire che è una cosa reale
quella che due distinte persone vedono identica.
E tutto questo è ancora poco al confronto
del nulla di chi insegue un solitario ideale.

Essere umani può anche significare rassegnarsi.
Ma essere più umani è persistere a darsi.

da Fortezza, in memoria di Giovanni Giudici scomparso ieri, 24 maggio 2011

lunedì 23 maggio 2011

Il garzone con la carriola...di Umberto Saba

È bene ritrovare in noi gli amori
perduti, conciliare in noi l'offesa;
ma se la vita all'interno ti pesa
tu la porti al di fuori.

Spalanchi le finestre o scendi tu
tra la folla: vedrai che basta poco
a rallegrarti: un animale, un gioco
o, vestito di blu,

un garzone con una carriola,
che a gran voce si tien la strada aperta,
e se appena in discesa trova un'erta
non corre più, ma vola.

La gente che per via a quell'ora è tanta
non tace, dopo che indietro si tira.
Egli più grande fa il fracasso e l'ira,
più si dimena e canta.

giovedì 19 maggio 2011

Canto la disperazione...di Enrico Englaro

Canto il buio della notte,
che è paura,
urlo il male più atroce dell'uomo.

Mi dispero come un pazzo
nel tentativo,
vano,
di redimere la solitudine.

Canto la disperazione
di un uomo
che non è più.

Canto la fine

Urlo al crollo di un castello.

Piango la fine.

mercoledì 18 maggio 2011

Libera nell'aria...di Enrico Englaro

Libera nell'aria
anima mia
i pensieri dell'amata,

docili e fluttuanti nel vento,
non potrò afferrarli di nuovo,

persi sulle colline,
fatti a pezzetti sulle scogliere,
incastrati sulle cime degli abeti,

questi pensieri andranno perduti.

Libera nell'aria
anima mia
i pensieri dell'amata,

freddi e disumani
nelle acque si getteranno,

affondati dentro le loro stesse visioni,
dilaniati dall'impossibilità,
suffragati dagli istinti,

questi pensieri andranno perduti.

Libera nell'aria
anima mia
i pensieri dell'amata,

e non sarò più io
e non sarà più lei
non saremo noi.

Libera nell'aria
anima mia
i pensieri.

martedì 17 maggio 2011

Occhi scuri...di Hermann Hesse

Oggi in questa notte calda
dolce come il profumo di fiori esotici,
svegliati ad una vita che scotta.

La mia nostalgia ed il mio amore
e' tutta la mia fortuna e sfortuna
e' scritta come una muta canzone
nel tuo sguardo oscuro da fiaba.

E' la mia nostalgia ed il mio amore,
sfuggito al mondo e ad ogni suo rumore,
si e' costruito nei tuoi occhi oscuri
un segreto trono da re.

giovedì 12 maggio 2011

Non chiedeteci la parola...di Eugenio Montale

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

mercoledì 11 maggio 2011

Ascoltate...di Vladimir Majakovskij

Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?

E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d'essere in ritardo,
piange.
Gli bacia la mano nodosa,
supplica
che ci sia assolutamente una stella,
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!

E poi cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro:
"Ora va meglio, è vero?
Non hai più paura?
Sì!?"

Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?

martedì 10 maggio 2011

Dai Caraibi...Derek Walcott

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

lunedì 9 maggio 2011

Amare il mondo...di Bertolt Brecht

Ci impegniamo, noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né che sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.

Ci impegniamo:
senza pretendere che gli altri si impegnino per noi,
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non si impegna,
senza condannare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna.

Se qualche cosa sentiamo di "potere"
e lo vogliamo fermamente
è su di noi, soltanto su di noi.

Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi ci facciamo nuovi,
ma imbarbarisce
se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi.

Ci impegniamo:
per trovare un senso alla vita,
a questa vita
una ragione
che non sia una delle tante ragioni
che bene conosciamo
e che non ci prendono il cuore.

Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo, ma per amarlo.

venerdì 6 maggio 2011

Hai un sangue....di Cesare Pavese

Hai un sangue, un respiro
 
Hai un sangue, un respiro.
Sei fatta di carne
di capelli di sguardi
anche tu.
 
Terra e piante,
cielo di marzo, luce,
vibrano e ti somigliano ‒
il tuo riso e il tuo passo
come acque che sussultano ‒
la tua ruga fra gli occhi
come nubi raccolte ‒
il tuo tenero corpo
una zolla nel sole.

Hai un sangue, un respiro.
Vivi su questa terra.
Ne conosci i sapori
le stagioni i risvegli,
hai giocato nel sole,
hai parlato con noi.
Acqua chiara, virgulto
primaverile, terra,
germogliante silenzio,
tu hai giocato bambina
sotto un cielo diverso,
ne hai negli occhi il silenzio,
una nube, che sgorga
come polla dal fondo.
Ora ridi e sussulti
sopra questo silenzio.

Dolce frutto che vivi
sotto il cielo chiaro,
che respiri e vivi
questa nostra stagione,
nel tuo chiuso silenzio
è la tua forza. Come
erba viva nell'aria
rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.

giovedì 5 maggio 2011

...oggi Pablo Neruda

Io le costellazioni sfogliai,
ferendomi,
afflilando le dita al contatto delle stelle,

tessendo fibra a fibra la gelida orditura
di un castello senza porte...

mercoledì 4 maggio 2011

La cipolla...di Wislawa Szymborska

La cipolla è un'altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d'inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell'una ecco sta l'altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un'eco in coro composta.

La cipolla, d'accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l'idiozia della perfezione.

martedì 3 maggio 2011

Tutti i libri del mondo...di Hermann Hesse

Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.
Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.

lunedì 2 maggio 2011

Scorro...di Samuel Beckett

scorro quel corso di sabbia che frana
fra i ciotoli e la duna
piove sulla mia vita pioggia estiva
su me la vita che mi sfugge e insegue
e finirà nel giorno del suo inizio

caro istante ti vedo
nella cortina di bruma che arretra
dove più non dovrò calcare queste lunghe mobili soglie
e vivrò il tempo d'una porta
che s'apre e si richiude

da Poesie in francese (1946-1949)