giovedì 31 marzo 2011

Periscopi...di Andrea Zanzotto

1

Accumulati anni, come pietre
tirate a caso laggiù
oh quanto blu dentro il blu
da quei lanci indensito
anche se è purulento nel tempo
e le mani intirizzisco in conciare e lanciare anni,
battendo, ora, le mani
preparo il terreno a liquidi cristalli
vibrantissimi, trascoloranti, trasecolanti
verso tutte le tinte e i limiti:

circostanza da non perdersi, suprema.

(...)

lunedì 28 marzo 2011

Morì all'alba...di Federico Garcìa Lorca

Notte di quattro lune
e un albero solo,
con un'ombra sola
e un solo uccello.

Cerco nella mia carne
l'impronta delle tue labbra.
La fonte bacia il vento
senza toccarlo.

Porto il No che dicesti,
sulla palma della mano,
come un limone di cera
quasi bianco.

Notte di quattro lune
e un albero solo.
Sulla punta di un ago
c'è il mio amore che gira!

da Canzoni di Luna

venerdì 25 marzo 2011

...Con Rabindranath Tagore

Se tu non parli riempirò il mio cuore
del tuo silenzio, sopportandolo.

A testa bassa, con pazienza,
rimarrò muto e aspetterò,
come fa la notte, nella solitudine stellata.

Il mattino di sicuro giungerà,
il buio sparirà e la tua voce
spargerà in cielo lampi d'oro

Le tue parole allora voleranno
in canti da tutti i miei nidi d'uccelli,
le tue musiche fioriranno
in tutte le mie foreste.

da Canti di offerta

giovedì 24 marzo 2011

L'uragano...di Leopold Senghor

L'uragano tutto svelle intorno a me
l'uragano svelle in me foglie e parole futili.
Turbini di passione sibilano in silenzio
ma pace è nel tornato arido, nella fuga dell'invernata!

Tu Vento ardente Vento puro, vento-della-bella-stagione,
brucia ogni fiore ogni pensiero vano
quando la sabbia ricade sulle dune del cuore.
Schiava, ferma il tuo gesto di statua e voi, fanciulli,
i vostri giochi e le risa d'avorio.

A te consumi la voce insieme col corpo, asciughi il profumo della tua carne
la fiamma che illumina la mia notte, come una colonna, come una palma.

Brucia le mie labbra di sangue, Spirito, soffia sulle corde della mia Kora
che il mio canto si alzi puro come l'oro di Galam.

da Canti d'ombra

mercoledì 23 marzo 2011

Il mondo...di Jack Kerouac

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Ricordo che dovrei essere uomo e coscienza
e metto a fuoco gli occhi
e la stampa riappare e le parole del povero libro
stanno dicendo: "Il mondo, come Dio lo ha fatto"
e non ci sono parole nel mio cuore pietoso
per esprimere la bellezza insipiente della
trance che c'era prima che leggessi quelle parole,
non avevo idea che ci fosse un mondo.

da La scrittura dell'eternità dorata

lunedì 21 marzo 2011

21 marzo con... Shakespeare

Lunedì 21 marzo, prima giornata di primavera! Oggi si celebra la Giornata mondiale della Poesia. Lo sapevate? Purtroppo in Italia, con troppe date da rimembrare, non molti conoscono questa ricorrenza.  E' dal 1999, infatti, che l'Unesco ha decretato tale data per mantenere viva, in tutto il pianeta, l'arte poetica.
Così ad oltre un mese dalla sua nascita questo modesto blog, il cui unico obiettivo è mettere in evidenza una poesia al giorno, celebra la Giornata mondiale dei versi. Prima di dedicare ai nostri lettori una splendida poesia di William Shakespeare mi fa piacere dare qualche numero.
In oltre un mese di apertura il blog ha avuto 464 visite, non solo dall'Italia (437) ma anche dalla Svizzera (8), dagli Stati Uniti (6), dal Cile (3), dal Canada (2), dal Messico (2) e dall'Indonesia (1). Quindi nel nostro piccolo, con un esperimento editoriale semplice (un solo post al giorno), abbiamo fatto il giro del mondo. Simbolo che la forza dei versi varca qualsiasi confine e può spalancare qualsiasi porta.
A tutti i nostri lettori diciamo quindi: grazie, thank you, danke, mercì, muchas gracias...auspicando che crescano e continuino a diffondere i valori e la bellezza dell'arte poetica. In tutto il mondo!  Enrico Englaro

William Shakespeare

La vita non è altro che un'ombra vagante:

un povero attore
che si pavoneggia
e si agita per la sua ora
sul palcoscenico,
e poi tace;

è un racconto recitato
da un idiota
gonfio di suono e di furia
che non significa nulla.

venerdì 18 marzo 2011

Due corpi...di Octavio Paz

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due onde
e la notte è oceano.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due pietre
e la notte deserto.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte radici
nella notte intrecciate.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte coltelli
e la notte lampo.

mercoledì 16 marzo 2011

La vita in versi...di Giovanni Giudici

Metti in versi la vita, trascrivi fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l'evidenza dei vivi.

Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, nè potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.

Nel sotto e nel soprammondo s'allacciano
complicità di visceri, saettano occhiate
d'accordi. E gli astanti s'affacciano

al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime - l'infame, l'illustre.

Inoltre metti in versi che morire
è possibile a tutti più che nascere
e in ogni caso l'essere è più del dire.

martedì 15 marzo 2011

Il mondo è sottile...di Amelia Rosselli

I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.

Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perchè
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.

Puntando ai semi distrutti
eri l'unione appassita che cercavo
rubare il cuore d'un altro per poi servirsene.

La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.

Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d'un albergo immaginario
v'erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.

Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.

da Documento

lunedì 14 marzo 2011

Arte poetica...di Franco Fortini

Tu occhi di carta tu labbra di creta
tu dalla prima saliva malfatto
anima di strazio e ridicolo
di allori finti e gestri

tu di allarmi e rossori
tu di debole cervello
ladro di parole cieche
uomo da dimenticare

dichiara che il canto vero
è oltre il tuo sonno fondo
e i vertici bianchi del mondo
per altre pupille avvenire.

Scrivi che i veri uomini amici
parlano oltre i tuoi giorni che presto
saranno disfatti. E già li attendi. E questo
solo ancora è il tuo onore.

E voi parole mio odio e ribrezzo,
se non vi so liberare
tra le mie mani ancora
non vi spezzate.

mercoledì 9 marzo 2011

Interviene Mario Luzi

Salì, luce da luce,
si librò sopra ogni altra,
alta

s'infranse quella voce
sulla nota che non era
ed ecco ne piovevano i frantumi
muti - luminescenti
nella mente degli astanti,
nell'amniotico sopore
dei già quasi nascenti,
nella memoria dei defunti.

O cielo, era già stato
il tempo che verrà, era futuro
il tempo patito e delibato...
quando? sempre, nell'eternità.

da Sotto specie umana

martedì 8 marzo 2011

8 marzo con...Alda Merini

Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d'angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,

mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
Un erpice che scava dentro le cose,
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.

Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti dà larga resa.

da Vuoto d'amore

lunedì 7 marzo 2011

Lo scandalo...di Pier Paolo Pasolini

IV

Lo scandalo del contraddirmi, dell'essere
con te e contro te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;

del mio paterno stato traditore
-nel pensiero, in un'ombra di azione-
mi so ad esso attaccato nel calore

degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione

la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza; è la forza originaria

dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più

io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...

Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto

ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante

dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:

ma a che serve la luce?

da Le ceneri di Gramsci

venerdì 4 marzo 2011

Urlo...di Allen Ginsberg

A Carl Salomon

I

Ho visto le menti migliori della mia generazione
distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca
di droga rabbiosa,

hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste
con la dinamo stellata nel macchinario della notte,

che in miseria e stracci e occhi infossati stavano
su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte
ad acqua fredda fluttuando sulle cime delle città
contemplando jazz,

che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated...

giovedì 3 marzo 2011

Ancora Pablo...Neruda ovviamente!

L'età ci copre come la pioggerella,
interminabile e arido è il tempo,
una piuma di sale tocca il tuo volto,
un gocciolio ha consumato il mio vestito:

il tempo non distingue tra le mie mani
o un volo d'arance nelle tue:
morde con neve e piccone la vita:
la vita tua che è la vita mia.

La vita mia che ti ho donato si riempie
d'anni, come il volume di un grappolo.
Ritorneranno le uve alla terra.

E persino là sotto il tempo continua ad esistere,
ad aspettare, a piovere sulla polvere,
avido di cancellare persino l'assenza.

da Cento sonetti d'amore

mercoledì 2 marzo 2011

Pablo Neruda....seconda puntata...

La mattina è gonfia di tempesta
nel cuore dell'estate.

Come bianchi fazzoletti d'addio viaggiano le nubi,
il vento le scuote con le sue mani peregrine.

Cuore infinito del vento
che palpita sul nostro silenzio innamorato.

E ronza tra gli alberi, orchestrale e divino,
come una lingua piena di guerre e di canti.

Vento che rapina fulmineo le foglie secche
e devia le frecce palpitanti degli uccelli.

Vento che le travolge in onda senza spuma
e sostanza senza peso, e fuochi inclinati.

Si rompe e sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento dell'estate.

da Venti poesie d'amore

martedì 1 marzo 2011

Una poesia d'amore....di Pablo Neruda

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dorore infinito.

da Venti poesie d'amore