giovedì 14 agosto 2014

Robin Williams, attore e poeta ricco d'umanità

Robin Williams, ovviamente, non era i personaggi che interpretava al cinema. Le sue straordinarie doti attoriali gli hanno permesso di spaziare dal comico al drammatico, rendendo la commedia americana (per circa trent'anni) ancora più attuale e straordinaria. Se però si deve riconoscere ai grandi maestri del cinema la capacità di scegliere i copioni e i personaggi giusti, al momento giusto, allora dobbiamo francamente ammettere che Williams ha sempre scelto e dato vita a personaggi straordinari.

Dal fantastico, Peter Pan e Popeye, ai protagonisti di "Jumanji" e "Toys". Chi però non conserva nei migliori ricordi le storie, le fragilità, gli amori e le passioni del professor Keating (Attimo fuggente, 1989), del medico di "Risvegli", del pediatra Patch Adams e dello psicologo di "Will Hunting genio ribelle" (Oscar come non protagonista e sceneggiatura assieme a Matt Damon e Ben Affleck nel 1998)? E il papà disperato che le prova tutte di "Mrs Doubtfire"? E il più umano di tutti, il robot umanoide de "L'Uomo bicentenario"?

Penso francamente che tutta questa incredibile galleria di personaggi, e le sceneggiature scelte da Williams ci dicono e trasmettono tanto della sua reale umanità. In fondo, da grande attore com'era, sceglieva solo ciò che amava e lo rappresentava. Come dicevano i grandi maestri del teatro russo, precursori del "metodo dell'immedesimazione totale" di Lee Strasberg (utilizzato in maniera autentica da tutti gli attori americani da Marlon Brando ad oggi), l'attore deve essere - prima di tutto - una brava persona. Anche per questo sono incline a pensare che Williams persona sia stato molto, ma molto vicino ai ruoli creati dalla sua fantasia e abilità drammaturgica.

Per quanto riguarda l'"Attimo fuggente" è necessario aggiungere un paio di considerazioni interessanti sul fenomeno culturale che la pellicola introdusse nel 1989, almeno in Italia. Per la prima volta, in maniera davvero attenta e riuscita, un film americano dedicava una storia  proponendosi come "racconto di formazione". Come romanzo corale dove i protagonisti, una classe di studenti del college, vengono guidati da un'insegnante - anticonformista - alla scoperta del senso del vivere. Lo sviluppo e la crescita umana dei ragazzi era proiettata, su suggerimento del professor Keating-Williams, alla ricerca di un personale senso critico del mondo.

Il secondo grande merito di quel film fu quello di fare conoscere, al pubblico italiano, i nomi della grande poesia americana. Nelle lezioni del prof. Keating abbiamo iniziato timidamente a conoscere Walt Withman, Robert Frost e tutti gli altri grandi padri della nazione statunitense. Quel film, quella storia, quel Robin Williams in stato di grazia hanno creato un vero e proprio fenomeno generazionale. In Italia, perlomeno a Milano, chi non ricorda il ritorno della moda del cappotto montgomery? E soprattutto il desiderio di tanti giovani, i quali, ispirati dal prof. Keating hanno sognato una loro strada provando a comporre qualche scalcinato e aritmico verso.

Grazie Robin Williams...

Nessun commento:

Posta un commento