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Qualcuno ha chiesto di vedere l'anima?
Guardi, la tua forma ed espressione, persone
sostanze, animali, e gli alberi, i fiumi che scorrono,
le rocce, e le sabbie,
Tutto possiede gioie spirituali che poi libera;
Come può il corpo vero morire ed essere sepolto?
Ogni elemento del tuo vero corpo, del vero corpo
d'ogni uomo e d'ogni donna,
Si sottrarrà alle mani dei pulitori di cadaveri e moverà
verso più degne sfere,
Portando ciò che ha accumulato dal momento della
nascita a quello della morte.
I caratteri disposti dal tipografo non rendono
l'impressione, il significato, la relazione
principale,
Più di quanto la sostanza e la vita d'un uomo o d'una donna
siano resi nell'anima e nel corpo,
Indifferentemente, prima o dopo la morte.
Guarda, il corpo include ed è il significato,
il problema principale, ed include ed è l'anima;
Chiunque tu sia, quanto è superbo, e divino, il tuo corpo,
e ogni parte di esso!
da Partendo da Paumanok - "Foglie d'erba"
domenica 28 dicembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
venerdì 26 settembre 2014
Notte di...Ivan Sirtori
Ivan Sirtori, mio amico poeta, artista sensibile e creativo, attuale direttore artistico del centro culturale olistico Manabi di Merate www.manabi.it
Questa una delle sue tante perle di leggerezza e profondità....
Notte
La notte
il volo
senz'ali
velo di pino
ombra di roccia
soffio all'acqua
gli astri
e via
da "Identità" 2001
Questa una delle sue tante perle di leggerezza e profondità....
Notte
La notte
il volo
senz'ali
velo di pino
ombra di roccia
soffio all'acqua
gli astri
e via
da "Identità" 2001
sabato 6 settembre 2014
Toni Bellina, la ricchezza di una lingua
Una cara amica, Elia, mi ha prestato un paio di libri di Pier Antonio Bellina (1941-2007). Si tratta di un sacerdote friulano, molto scomodo all'establishment vaticano per le sue posizioni distanti dalle gerarchie, che ha il grande merito di aver dato senso, lustro e modernità alla lingua friulana. E' autore di oltre una quarantina di libri, tutti scritti in lingua friulana, e soprattutto della incommensurabile traduzione della Bibbia in friulano.
Avete capito bene, questa persona (nell'arco di quindici anni di duro lavoro, partendo dall'intuizione di don Francesco Placereani) ha tradotto tutti i libri del testo sacro nell'idioma del Friuli. E' bene ricordare che il friulano, nel ricco mare dei dialetti italiani, appartiene al ceppo delle lingue neo-ladine orientali. In pratica si tratta dell'antichissimo incontro fra il latino e le lingue celtiche di quei territori. Bellina, meglio conosciuto come pre Ton Beline, ha tradotto anche le favole di Fedro, Esopo, Fontaine e "Le avventure di Pinocchio".
Dietro questo intenso lavoro di studio, di ricerca, di traduzione e conservazione di una tradizione linguistica c'è una profondità di pensiero ed una ricchezza culturale e storica impressionante. Molto importanti anche le sue riflessioni teologiche sull'incarnazione di Gesù, sulla salvezza di tutti (teologia ripresa dai patriarchi di Aquileia) e su come una Chiesa povera dovrebbe comunicare il Vangelo in questo scorcio di post-modernità.
Fra i suoi testi più interessanti segnalo: "Trilogjie tormentade" edito da Glesie Furlane - 1999 - nella quale l'autore analizza e approfondisce il pensiero di don Lorenzo Milani, Oscar Wilde e Pier Paolo Pasolini. L'unico testo in italiano è l'intervista "La fatica di esser prete" (edizioni Biblioteca dell'Immagine), condotta dal giornalista Marino Plazzotta.
Da quest'ultimo lavoro riporto un passaggio molto poetico sulle "parole perdute", quelle che nella vita (spesso) non abbiamo il coraggio e la forza di dirci e di dire alle persone che ci stanno a fianco.
"Anche le "parole perdute" fanno la fine delle foglie che si staccano dai rami in quegli uggiosi giorni d'autunno. Si distaccano, vengono portate via dal vento gelido e finiscono in fogliame e strame, finché la pioggia o la neve non le consuma del tutto.
Sono perse?
Penso di no, perché, andando sotto terra e marcendo nel terreno, concimano la terra e attraverso le radici vengono riammesse nel ciclo della vita.
Quindi le parole taciute torneranno fuori quando e dove Dio vorrà.
Succederà così certamente anche per le parole che mia madre non è riuscita a dirmi."
Avete capito bene, questa persona (nell'arco di quindici anni di duro lavoro, partendo dall'intuizione di don Francesco Placereani) ha tradotto tutti i libri del testo sacro nell'idioma del Friuli. E' bene ricordare che il friulano, nel ricco mare dei dialetti italiani, appartiene al ceppo delle lingue neo-ladine orientali. In pratica si tratta dell'antichissimo incontro fra il latino e le lingue celtiche di quei territori. Bellina, meglio conosciuto come pre Ton Beline, ha tradotto anche le favole di Fedro, Esopo, Fontaine e "Le avventure di Pinocchio".
Dietro questo intenso lavoro di studio, di ricerca, di traduzione e conservazione di una tradizione linguistica c'è una profondità di pensiero ed una ricchezza culturale e storica impressionante. Molto importanti anche le sue riflessioni teologiche sull'incarnazione di Gesù, sulla salvezza di tutti (teologia ripresa dai patriarchi di Aquileia) e su come una Chiesa povera dovrebbe comunicare il Vangelo in questo scorcio di post-modernità.
Fra i suoi testi più interessanti segnalo: "Trilogjie tormentade" edito da Glesie Furlane - 1999 - nella quale l'autore analizza e approfondisce il pensiero di don Lorenzo Milani, Oscar Wilde e Pier Paolo Pasolini. L'unico testo in italiano è l'intervista "La fatica di esser prete" (edizioni Biblioteca dell'Immagine), condotta dal giornalista Marino Plazzotta.
Da quest'ultimo lavoro riporto un passaggio molto poetico sulle "parole perdute", quelle che nella vita (spesso) non abbiamo il coraggio e la forza di dirci e di dire alle persone che ci stanno a fianco.
"Anche le "parole perdute" fanno la fine delle foglie che si staccano dai rami in quegli uggiosi giorni d'autunno. Si distaccano, vengono portate via dal vento gelido e finiscono in fogliame e strame, finché la pioggia o la neve non le consuma del tutto.
Sono perse?
Penso di no, perché, andando sotto terra e marcendo nel terreno, concimano la terra e attraverso le radici vengono riammesse nel ciclo della vita.
Quindi le parole taciute torneranno fuori quando e dove Dio vorrà.
Succederà così certamente anche per le parole che mia madre non è riuscita a dirmi."
giovedì 14 agosto 2014
Robin Williams, attore e poeta ricco d'umanità
Robin Williams, ovviamente, non era i personaggi che interpretava al cinema. Le sue straordinarie doti attoriali gli hanno permesso di spaziare dal comico al drammatico, rendendo la commedia americana (per circa trent'anni) ancora più attuale e straordinaria. Se però si deve riconoscere ai grandi maestri del cinema la capacità di scegliere i copioni e i personaggi giusti, al momento giusto, allora dobbiamo francamente ammettere che Williams ha sempre scelto e dato vita a personaggi straordinari.
Dal fantastico, Peter Pan e Popeye, ai protagonisti di "Jumanji" e "Toys". Chi però non conserva nei migliori ricordi le storie, le fragilità, gli amori e le passioni del professor Keating (Attimo fuggente, 1989), del medico di "Risvegli", del pediatra Patch Adams e dello psicologo di "Will Hunting genio ribelle" (Oscar come non protagonista e sceneggiatura assieme a Matt Damon e Ben Affleck nel 1998)? E il papà disperato che le prova tutte di "Mrs Doubtfire"? E il più umano di tutti, il robot umanoide de "L'Uomo bicentenario"?
Penso francamente che tutta questa incredibile galleria di personaggi, e le sceneggiature scelte da Williams ci dicono e trasmettono tanto della sua reale umanità. In fondo, da grande attore com'era, sceglieva solo ciò che amava e lo rappresentava. Come dicevano i grandi maestri del teatro russo, precursori del "metodo dell'immedesimazione totale" di Lee Strasberg (utilizzato in maniera autentica da tutti gli attori americani da Marlon Brando ad oggi), l'attore deve essere - prima di tutto - una brava persona. Anche per questo sono incline a pensare che Williams persona sia stato molto, ma molto vicino ai ruoli creati dalla sua fantasia e abilità drammaturgica.
Per quanto riguarda l'"Attimo fuggente" è necessario aggiungere un paio di considerazioni interessanti sul fenomeno culturale che la pellicola introdusse nel 1989, almeno in Italia. Per la prima volta, in maniera davvero attenta e riuscita, un film americano dedicava una storia proponendosi come "racconto di formazione". Come romanzo corale dove i protagonisti, una classe di studenti del college, vengono guidati da un'insegnante - anticonformista - alla scoperta del senso del vivere. Lo sviluppo e la crescita umana dei ragazzi era proiettata, su suggerimento del professor Keating-Williams, alla ricerca di un personale senso critico del mondo.
Il secondo grande merito di quel film fu quello di fare conoscere, al pubblico italiano, i nomi della grande poesia americana. Nelle lezioni del prof. Keating abbiamo iniziato timidamente a conoscere Walt Withman, Robert Frost e tutti gli altri grandi padri della nazione statunitense. Quel film, quella storia, quel Robin Williams in stato di grazia hanno creato un vero e proprio fenomeno generazionale. In Italia, perlomeno a Milano, chi non ricorda il ritorno della moda del cappotto montgomery? E soprattutto il desiderio di tanti giovani, i quali, ispirati dal prof. Keating hanno sognato una loro strada provando a comporre qualche scalcinato e aritmico verso.
Grazie Robin Williams...
Dal fantastico, Peter Pan e Popeye, ai protagonisti di "Jumanji" e "Toys". Chi però non conserva nei migliori ricordi le storie, le fragilità, gli amori e le passioni del professor Keating (Attimo fuggente, 1989), del medico di "Risvegli", del pediatra Patch Adams e dello psicologo di "Will Hunting genio ribelle" (Oscar come non protagonista e sceneggiatura assieme a Matt Damon e Ben Affleck nel 1998)? E il papà disperato che le prova tutte di "Mrs Doubtfire"? E il più umano di tutti, il robot umanoide de "L'Uomo bicentenario"?
Penso francamente che tutta questa incredibile galleria di personaggi, e le sceneggiature scelte da Williams ci dicono e trasmettono tanto della sua reale umanità. In fondo, da grande attore com'era, sceglieva solo ciò che amava e lo rappresentava. Come dicevano i grandi maestri del teatro russo, precursori del "metodo dell'immedesimazione totale" di Lee Strasberg (utilizzato in maniera autentica da tutti gli attori americani da Marlon Brando ad oggi), l'attore deve essere - prima di tutto - una brava persona. Anche per questo sono incline a pensare che Williams persona sia stato molto, ma molto vicino ai ruoli creati dalla sua fantasia e abilità drammaturgica.
Per quanto riguarda l'"Attimo fuggente" è necessario aggiungere un paio di considerazioni interessanti sul fenomeno culturale che la pellicola introdusse nel 1989, almeno in Italia. Per la prima volta, in maniera davvero attenta e riuscita, un film americano dedicava una storia proponendosi come "racconto di formazione". Come romanzo corale dove i protagonisti, una classe di studenti del college, vengono guidati da un'insegnante - anticonformista - alla scoperta del senso del vivere. Lo sviluppo e la crescita umana dei ragazzi era proiettata, su suggerimento del professor Keating-Williams, alla ricerca di un personale senso critico del mondo.
Il secondo grande merito di quel film fu quello di fare conoscere, al pubblico italiano, i nomi della grande poesia americana. Nelle lezioni del prof. Keating abbiamo iniziato timidamente a conoscere Walt Withman, Robert Frost e tutti gli altri grandi padri della nazione statunitense. Quel film, quella storia, quel Robin Williams in stato di grazia hanno creato un vero e proprio fenomeno generazionale. In Italia, perlomeno a Milano, chi non ricorda il ritorno della moda del cappotto montgomery? E soprattutto il desiderio di tanti giovani, i quali, ispirati dal prof. Keating hanno sognato una loro strada provando a comporre qualche scalcinato e aritmico verso.
Grazie Robin Williams...
martedì 12 agosto 2014
dedicato a Robin Williams (1951-2014)...
Ascolta, disse la mia anima,
scriviamo per il mio corpo (in fondo siamo una cosa sola)
versi tali
che se, da morto, dovessi invisibilmente tornare sulla terra,
o in altre sfere, lontano, lontano da qui,
e riassumere i canti a qualche gruppo di compagni
(in armonia col suolo, gli alberi, i venti, e con la furia delle onde),
io possa ancora sentire miei questi versi,
per sempre, come adesso che, per la prima volta, io qui segno il mio nome
firmando per l’anima ed il corpo
Walt Whitman
scriviamo per il mio corpo (in fondo siamo una cosa sola)
versi tali
che se, da morto, dovessi invisibilmente tornare sulla terra,
o in altre sfere, lontano, lontano da qui,
e riassumere i canti a qualche gruppo di compagni
(in armonia col suolo, gli alberi, i venti, e con la furia delle onde),
io possa ancora sentire miei questi versi,
per sempre, come adesso che, per la prima volta, io qui segno il mio nome
firmando per l’anima ed il corpo
Walt Whitman
venerdì 8 agosto 2014
Tito Maniacco, un friulano da scoprire
Le mie chiare origini friulane (anzi carniche) mai rifiutate, sempre custodite con gelosia e amore, mi hanno fatto imbattere in un autore di livello assolutamente elevato. Il friulano Tito Maniacco (1932-2010) autore di una considerevole mole di scritti. Non solo poesia, ma anche storia e saggistica, fortemente legata quest'ultima alle sue radici friulane.
Amico di Pier Paolo Pasolini, docente per tanti anni nella scuola friulana, Maniacco s'impegnò da sempre in politica. Dal 1970 al 1985 fu consigliere comunale nella città di Udine come iscritto al Partito Comunista italiano. Artista a tutto tondo Maniacco si occupò anche di pittura e critica d'arte.
Per ricordare la sua opera, di profondo livello, l'associazione culturale "Rinascita" di Udine promuove ogni due anni un concorso nazionale di poesia. La prossima edizione si terrà entro il gennaio 2015. http://www.larinascitacultura.it/
Se puoi
Se puoi
respirare
len
ta
men
te
l’alba che sale
inonda il noce
sì che la chioma
avvampa
e il fusto giace
intricatoscuro
pensare di pensare
non serve a niente
da "Oltris" - 2009
Amico di Pier Paolo Pasolini, docente per tanti anni nella scuola friulana, Maniacco s'impegnò da sempre in politica. Dal 1970 al 1985 fu consigliere comunale nella città di Udine come iscritto al Partito Comunista italiano. Artista a tutto tondo Maniacco si occupò anche di pittura e critica d'arte.
Per ricordare la sua opera, di profondo livello, l'associazione culturale "Rinascita" di Udine promuove ogni due anni un concorso nazionale di poesia. La prossima edizione si terrà entro il gennaio 2015. http://www.larinascitacultura.it/
Se puoi
Se puoi
respirare
len
ta
men
te
l’alba che sale
inonda il noce
sì che la chioma
avvampa
e il fusto giace
intricatoscuro
pensare di pensare
non serve a niente
da "Oltris" - 2009
giovedì 7 agosto 2014
Basho, il poeta zen itinerante
Nel Giappone del periodo Edo un giovane poeta, figlio di un samurai di rango inferiore che campava facendo ripetizioni, decise di dedicare la propria vita alla meditazione insita nel Buddismo Zen. E' la storia di Matsuo Basho (1644-1694), il più grande autore di poesia haiku. Divenuto monaco Zen Basho intraprese più viaggi all'interno del Giappone feudale e agricolo, attirando numerosi giovani allievi. Morì appena cinquantenne dopo aver completato l'ennesimo viaggio, non solo geografico ma esperienziale.
Butcho - maestro di Basho - chiese: "Come va in questo periodo?
Basho rispose: "Dopo le ultime piogge il muschio è più verde che mai".
Il maestro chiosò con un koan (enigma di tipo filosofico zen): "Che tipo di Buddismo vi era prima che il muschio si facesse verde ?"
Non sappiamo cosa rispose, ma dopo anni di meditazione Basho scrisse un haiku singolare:
"Un balzo,
un tonfo - una rana".
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Al salice -
aver tutto odiato, e desiderio
del tuo cuore.
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